5 gennaio 2015

In the End - Prologo

Ho deciso di postare qui il prologo di una mia nuova storia, che posterò non appena finita "La Collana della strega"

Spero vi piaccia :)




In the end


Prologo.


«Siamo tutte d'accordo?»
Tre teste annuirono.
«Perfetto,» continuò la ragazza di prima, «allora: la sera prima di partire staremo da Astrid e dormiremo lì, quindi vedete, vediamo, di non dimenticarci nulla d'importante, come i passaporti, le carte di credito, i biglietti aerei e le prenotazioni dell'hotel.» disse.
«Okay.» esclamò Andrea, la più giovane del gruppo.
«Soprattutto tu, Fleur.» continuò la ragazza di prima.
«Io non ho mai dimenticato nulla d'importante, Cristina.» replicò Fleur e le altre risero.
«Ah no?» sorrise Cristina, «Quando siamo andate a Miami hai dimenticato il caricabatterie del cellulare!» le ricordò.
«Il caricabatterie è meno importante de documenti.» disse Astrid, «Anche se non hai il caricabatterie la dogana la passi ugualmente.»
Cristina alzò gli occhi al cielo, «Okay.» disse, «Fleur se devi dimenticarti qualcosa fa che non sia importante come i documenti.»
Fleur portò la mano alla fronte, imitando il gesto del saluto militare e ridacchiò, «Okay, capo.» disse e prese il foglio con la lista dalle mani di Cristina. «Continuo io.» esclamò, «Astrid, hai stampato le cartine di Dublino e le mappe dei mezzi pubblici?» domandò.
«Ovviamente.» rispose l'interessata, «Sono già nella cartelletta, dentro al bagaglio a mano.»
«Hai già fatto il bagaglio a mano?» squittì Andrea, «Ma partiamo fra una settimana!»
«Non ho detto che ho preparato i bagagli.» disse Astrid, «Ho solo detto che la cartellina è nella valigia. E basta, c'è solo lei.»
Fleur annuì e sbarrò la casellina accanto alle parole: “Mappe e cartine stampate da Astrid.”, «Okay.» disse, «Siamo felici di sapere che non hai iniziato a preparare le valigie, altrimenti ora di lunedì sera avresti riempito quattro valigie.» ridacchiò. «Andrea,» riprese a parlare, «Le guide sull'Irlanda?»
«Sono a posto.» rispose lei e si legò i capelli biondo rossicci in una coda bassa e morbida, «I libri sono sulla mia scrivania, ho scaricato un'app che mi ha consigliato mio cugino e ho salvato sull'Iphone alcuni links utili.»
Fleur annuì e sbarrò anche quella casellina, «Cristina...»
«Sì, ho trovato tutti i pub, bar, e locali esclusivi di Dublino.» l'anticipò lei.
«Okay.» mormorò Fleur.
«E tu hai hai guardato gli annunci delle case in affitto?» le chiese Astrid riprendendo in mano la lista.
«Certo.» disse Fleur.
«Perfetto.» disse Astrid, «Allora... che ne dite di un giro di shopping sulla Quinta per poi andare in quel delizioso ristorantino che c'è a Central Park?»
Le altre tre annuirono, «Okay.» sorrise Andrea, «Devo comprarmi una valigia nuova, mia sorella si è presa la mia.»
«Potresti andarla a riprendere.» le fece notare Fleur.
«Non la voglio più.» disse Andrea, «Mio nipote l'ha scambiata per il vasino e ci ha fatto pipì.»
Le altre fecero una smorfia, «Okay.» disse Cristina, «Sistemiamo qui, ci diamo una controllata e andiamo a fare faville.»

✪✪✪
Costance fissò sua madre. «Mamma... sarò a Dublino!» pigolò, «Sono poco più di duecentocinquanta chilometri...» protestò.
«Tu non andrai lì.» replicò la donna.
«Perché?» piagnucolò la ragazza.
«Perché?» domandò la madre, incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio, «Perché hai solo diciannove anni, ecco perché!»
«Ma Kat ci è andata e lei ha due anni e mezzo meno di me!» strillò Costance, «Perché lei sì e io no?»
«Perché io non sono la madre di Kat.» rispose la donna, «Ed ora piantala con questa storia, tanto lo so che vuoi andarci solo per quei quattro buffoni.» disse e Costance fece una smorfia, «Se e quando torneranno qui a Cork per un concerto ci andrai.»
«Da sola?» domandò speranzosa la ragazza, pensando che un concerto era meglio di nulla.
«No.» rispose sua madre, «Io e tuo padre ti accompagneremo, come abbiamo fatto la volta scorsa.» disse, «Io devo andare, prepara la cena, mi raccomando.» aggiunse u uscì di casa.
Costance si sedette con uno sbuffo, pensando a quanto fosse ingiusta sua madre, lei aveva diciannove anni e la trattavano come una bimba piccola mentre Kat poteva andare in giro a vedere concerti da sola, senza che nessuno le dicesse qualcosa. Con un altro sbuffo si decise a chiamare la sua amica Ashleigh.
«Niente.» disse appena l'amica rispose, «Non cedono di un millimetro.»
«Anche qui.» piagnucolò Ashleigh.
«Ash... dobbiamo passare al piano B.» disse Costance, «Dobbiamo avvertire Sara, da loro ci mandando.» aggiunse, «Una volta lì andremo a Dublino.»
«Sì.» pigolò l'altra, «Faremo così.» disse, «Così capiranno che non siamo più bambine.»
Costance sorrise, «Sì.» disse, «Lunedì andremo da Sara e martedì mattina presto andremo a Dublino, i nostri genitori penseranno che saremo a Cobh!|» ridacchiò.
«Siamo più furbe di loro.» squittì Ashleigh.
«Andremo a Dublino!» strillò Costance. Ancora pochi giorni e avrebbe realizzato il sogno che aveva da due anni: andare a Dublino e incontrare il ragazzo che le aveva rubato il cuore.



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